La decisione del giudice presa perché le Isole Vergini non hanno consegnato la lista di utenti che hanno violato le leggi sul copyright. Non è la prima volta che un Paese decide di sospendere il servizio di messagistica
Perquisizioni per i giornali pirata diffusi su Telegram (web)
La Spagna rischia di perdere la quarta app di messaggistica più usata nel Paese. Sono circa 8 milioni gli spagnoli a usare Telegram, quasi un cittadino su cinque.
L'ordine di sospensione emanato dall'Alta Corte (Audiencia Nacional) doveva essere applicato lunedì. Ma un cambiamento dell'ultimo momento ha risparmiato gli utenti, che adesso hanno ancora un po' di tempo per usare l'applicazione prima che il giudice Santiago Pedraz ci ripensi.
Il caso è nato da un'indagine spagnola per trovare i colpevoli di una violazione di copyright che ha portato alla pubblicazione sul social dei contenuti di alcune delle compagnie di media più popolari nel Paese iberico.
Il motivo della sentenza
Una misura che lo stesso giudice ha definito come «necessaria, appropriata e proporzionale», considerato che le «autorità delle Isole Vergini non hanno collaborato con la commissione rogatoria». Quello che le indagini hanno cercato di stabilire è l'identità degli utenti che avrebbero caricato su Telegram materiale coperto da copyright.
I video sarebbero stati rubati dai quattro gruppi mediatici più grandi in Spagna: Mediaset, Atresmedia, Movistar ed Egeda.
Con la sentenza di venerdì 22 marzo, il giudice Pedraz ha stabilito che gli operatori di telecomunicazioni (compresi Telefonica e Orange) si sarebbero dovuti occupare della sospensione di Telegram, visto che le autorità delle isole britanniche nel mare caraibico hanno deciso di non collaborare. È proprio qui che la compagnia di messagistica è stata registrata.
La misura del giudice sarebbe dovuta entrare in vigore già lunedì 25, ma poco prima che diventasse realtà una decisione dell'ultimo minuto ha cambiato le carte in tavola: lo stesso giudice Pedraz ha chiesto alla polizia di valutare «le caratteristiche e l'impatto sugli utenti di una sospensione momentanea» del servizio.
Di fatto la sospensione è stata sospesa a sua volta, ritardando così l'applicazione della misura. E si dovrà aspettare prima di scoprire cosa risulterà dal report della polizia sugli impatti che può avere la sospensione di un'app così diffusa sul territorio nazionale.
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E in Italia?
Per adesso non c'è pericolo per 15 milioni di italiani che usano Telegram (quasi un quarto dei cittadini). Il caso è confinato dentro il territorio spagnolo. A meno che una decisione simile non venga presa anche dalle autorità italiane, a imitazione dell'Alta Corte dei cugini iberici. Sulla piattaforma di messaggistica, infatti, proliferano i contenuti che infrangono numerose le leggi nazionali. In certi casi si va oltre la violazione di copyright, arrivando anche condivisione di materiale violento o pedopornografico.
L'anonimato garantito da Telegram, che è una caratteristica distintiva dell'app, lo ha reso un luogo adatto per compiere alcune azioni illecite, ma al tempo stesso è utile per i dissidenti di Paesi autoritari. Il fondatore Pavel Durov, che ha creato l'app nel 2013, ha sempre sottolineato l'importanza di proteggere la privacy degli utenti.
Nonostante ciò, non sempre i 900 milioni di utenti iscritti alla piattaforma sono riusciti a superare i tentativi di limitare l'accesso all'app. In Iran, per esempio, l'app di messaggistica può essere raggiunta solo tramite Vpn perché è stata bandita nel 2018. In Iraq, invece, il ban è durato una settimana: dal 6 al 13 agosto 2023, il periodo necessario per rimuovere alcuni canali che avrebbero pubblicato segreti di stato e informazioni personali dei cittadini.
Un caso simile a quello spagnolo è accaduto in Brasile, dove ad aprile 2023 il servizio era stato temporaneamente sospeso perché la piattaforma si era rifiutata di collaborare in un'indagine su alcuni gruppi neonazisti. Una decisione revocata appena tre giorni più tardi. La multa di un milione di real (che corrispondono circa a 185 mila euro), invece, è rimasta.
www.corriere.it/tecnologia/24_marzo_27/la-spagna-blocca-e-poi-sblocca-telegram-ecco-perche-e-successo-e-cosa-si-rischia-in-italia-461dddb7-359a-454e-a74e-21c128e03xlk.shtml?re...[IMG][/IMG]